Riproduzione Armi ed Armature Medioevali e Rinascimentali

 



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L’armatura in Italia

L’arte armorara in Italia, grazie ad artigiani quali i Negroni da Ello, i Corio, i Da Faenzo, i Maraviglia, i Serravaglio, i Fava, i Da Silva, Caremolo da Mondrone solo per citarne alcuni, fu un aspetto molto importante di quella florida industria siderurgica che per diversi secoli costituì fonte di ricchezza per gli stati Visconteo e successivamente Sforzesco.
L’esportare la moda italiana, era già a quell'epoca un vero business.
Infatti si hanno notizie che fra il 1300 e il 1500 ci furono importanti forniture ai re di Francia e di Inghilterra, ai duchi di Savoia, di Baviera e di Lorena, di Borgogna, agli Estensi e ai Borgia, nonché alla Serenissima repubblica di Venezia.
Per evitare rivalità di mercato, alle maestranze era proibito trasferirsi all’estero e quindi esportare la conoscenza e la manodopera.
A Milano, in questo periodo, si contavano più di cento produttori di corazze, ecco che intere vie erano dedicate alle arti e corporazioni preposte al mestiere della guerra.
Via degli spadari, via dei speronari, via degli armorari ecc… rimangono ancor oggi a testimonianza di questo glorioso passato industriale.

Lo spessore e la qualità delle lamiere, la loro tempra, la curvatura armonica e l'eccezionale articolazione delle varie parti, unita alla tipica asimmetria dell'armatura, furono le principali caratteristiche che intorno alla la metà del XV secolo fecero dell’armatura milanese uno strumento estremamente efficace e richiesto nei tornei e nei campi di battaglia.

Questa moda tipicamente nostrana non era del tutto gradita a popolazioni con stili e gusti molto diversi. Per questa ragione sovente gli artigiani milanesi e bresciani producevano pezze difensive alla tedesca, all’inglese, alla spagnola ecc…
Queste attente strategie industriali non impedirono però che vi fossero delle botteghe concorrenti in città straniere quali Augusta, Innsbruck e Norimberga.
Nuovi avvenimenti storici influirono il reciproco scambio di gusti, tanto che gli armaioli italiani non solo accolsero di buon grado le spigolature e le acqueforti introdotte dalla moda germanica, ma introdussero una nuova forma di armatura detta di lusso con lavorazioni a cesello e a rilievo.

Verso la fine del 1500 la funzione dell’armatura come mezzo di difesa va man mano perdendo d’importanza, mentre si accentua sempre di più la sua funzione di STATUS SYMBOL.
Uno dei motivi della progressiva sparizione dai campi di battaglia delle pezze difensive, ormai ridotte alla sola protezione del busto e della testa, fu il perfezionamento dell'arma da fuoco, divenuta sempre più precisa e micidiale, che rendeva l’armatura stessa un elemento inefficace, a volte addirittura dannoso, oltre che essere ingombrante.
Il XVII secolo segnerà la tragica decadenza dell’industria delle armi e la conseguente caduta dell’economia durante tutta la dominazione spagnola.

Gianfranco De Cao

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